Cari soci, cari dipendenti, la situazione che stiamo vivendo in questi convulsi giorni non è delle più semplici e proprio per questo richiede una certa dose di buona volontà da parte di tutti, nessuno escluso.
Il lavoro ai tempi dei coronavirus, si potrebbe dire parafrasando Marquez, ci porta inevitabilmente a modificare le nostre abitudini, a restringere i nostri spazi ma non la nostra capacità di continuare ad essere responsabili e consapevoli.
Consapevoli che occorre innanzitutto una giusta dose di buon senso per affrontare una situazione che, a nostro ricordo, non ha precedenti.
Oltre alle già citate norme di comportamento delle varie ordinanze governative e regionali, come l’utilizzo delle mascherine, dei guanti monouso, della distanza prossemica e del disinfettante per le mani, esistono delle regole basilari che investono la nostra sfera privata.
Tra queste regole basilari c’è quella più importante di tutte che è quella posta a tutela della salute di tutti e che si traduce brevemente nel limitare al lumicino gli spostamenti, le relazioni sociali a rischio, gli assembramenti e i contatti ravvicinati.
E’giusto che l’operatore pretenda di essere tutelato durante lo svolgimento delle sue funzioni lavorative, come la movimentazione delle persone, le relazioni interpersonali con gli utenti e quant’altro, ma allo stesso modo diventa assolutamente importante che anche l’operatore sociale limiti le fonti di contatto, nelle sue relazioni extra lavorative, evitando di essere esso stesso fonte di contagio a colleghi e ospiti.
Non occorre creare allarmismi ne situazioni di panico collettivo, serve invece da parte di tutti la più completa disponibilità a voler collaborare nel migliore dei modi per evitare che questo problema diventi troppo grande da gestire.
La situazione che si è venuta a creare avrà sicuramente degli esiti negativi sul lavoro, non solo sul piano tecnico organizzativo, ma soprattutto su quello economico e finanziario.
Noi faremo sicuramente il possibile per scongiurare tutto ciò, richiedendo aiuti economici laddove siano previsti (cassa integrazione, rimborsi, congedi parentali, ecc), pur sapendo fin da ora che il reperimento di risorse finanziarie non sarà semplice in un contesto di forte recessione economica causata dall’emergenza.
Da oltre tre settimane, cioè da quando l’emergenza è iniziata, gli enti pubblici hanno bloccato ogni tipo di pagamento a causa dell’incertezza del perdurare della crisi in vista della definizione di un nuovo plafond nazionale atto al pagamento delle commesse.
Noi vigileremo anche questo e vi terremo aggiornati sugli sviluppi, attraverso chat istituzionali, mail list e circolari interne.
Siamo sicuri che ce la faremo a superare quello che in questo momento sembra un problema insormontabile.
A presto.
Un caro saluto.
Paolo, Lia e Alberto